La rottamazione 5 delle cartelle, annunciata nel collegato fiscale e poi accantonata, torna alla ribalta con la conversione in legge del Milleproroghe.

Rottamazione quinquies: ecco cosa dovrebbe prevedere
Nonostante la Rottamazione quinquies sia stata esclusa dalla Legge di Bilancio 2025, il 27 novembre, alla Camera è stato presentato un progetto di legge per riproporla nel 2025.
Fautore della proposta è stato Alberto Gusmeroli, Presidente della Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera.
Il 4 dicembre scorso, ricordiamolo, si era svolta una conferenza stampa per presentare le novità ; come evidenziato dall’Ansa, la nuova rottamazione doveva consentire ai titolari di carichi compresi nel periodo dal 2000 al 2023 di pagare il capitale, senza interessi e sanzioni, in 120 rate, e quindi in 10 anni.
Si voleva permettere di pagare in un periodo temporale più ampio spettando anche ai casi di ritardi nei pagamenti. Secondo questa formulazione, si voleva passare ad una soglia di tolleranza di 8 quote non pagate in tempo, anche se non consecutive.
Ad oggi, la rottamazione numero cinque, dagli ultimi sviluppi, dovrebbe essere inserita con un emendamento nella conversione del Decreto Milleproroghe.
Il testo della norma non è disponibile ma dalle anticipazioni alla stampa, parrebbe che ci sarebbe un tentativo di riaprire la rottamazione quater ai carichi affidati alla riscossione dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2023 e l’adesione dovrebbe avvenire entro il 30 aprile 2025 mentre il pagamento della prima (di un massimo di 18) o unica rata dovrebbe avvenire entro il 31 luglio 2025.Â
La rottamazione 5 invece abbraccerebbe tutti i carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2023, ma con la grande novità rispetto alle precedenti edizioni di pagamenti in 120 rate.Â
Il progetto, come detto più volte, dovrà comunque rispettare i conti pubblici considerando che nel saldo tra incassi attesi e rinuncia alla riscossione ordinaria il costo stimato è di circa un miliardo per l’Erario.Â
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